Caporetto. Un nome che a noi italiani evoca un periodo storico ben preciso, un’immane tragedia, una vicenda che fa ancora interrogare gli storici e arrovellare i più appassionati di storia (merito degli austro-tedeschi? errori italiani?). Considerazioni storiche a parte, sono stata a Caporetto, che ho inserito in un itinerario alla scoperta del nord della Slovenia e della meravigliosa Valle dell’Isonzo, e ne sono rimasta a dir poco affascinata.
Tra cime ammantate di fitti boschi, gole e forre tagliate dalle acque cristalline color smeraldo dell’Isonzo e dei suoi tanti affluenti, questo angolo di Slovenia, incastonato nell’estremo nord abbracciato da Italia e Austria, mi ha lasciata a dir poco a bocca aperta: la natura qui regna sovrana!
Punte isolate e rivolte verso la Capitale tagliano lo sguardo, percorrendo la via consolare Salaria, l’antica Via del Sale. Più ci si avvicina e più si percepisce l’imponenza del Terminillo, la montagna di Roma.
Questa è una di quelle esperienze che vanno fatte almeno una volta nella vita. Per tutti. Dedicata alle famiglie con bambini, alle coppie giovani e quelle più agèe, alle comitive, agli appassionati della natura e della montagna.
Su un nido di pietra affacciato laddove l’Adige e l’Isarco di baciano, si trova un’antichissima fortezza di frontiera longobarda, la più antica fortezza della conca di Bolzano, un castello che simboleggia anche la storia recente di questa terra, qui nel 1957 in migliaia si radunarono per reclamare il diritto all’autonomia. Ma che cosa mi ha spinto fin qua? Ora ti racconto…
In automobile percorrendo l’autostrada del Brennero arrivo fino a Bolzano Nord, e dall’uscita circa 20 chilometri di strada salgono e si abbarbicano, portandomi fino a Siusi, un incantevole paesino da cartolina che sorge i piedi del massiccio dello Sciliar e dell’altopiano cui lei da il nome: l’Alpe di Siusi, il più vasto altopiano d’Europa, che si estende sul margine meridionale della Val Gardena.
L’autunno è una stagione strana, spesso non amatissima, molti la trovano malinconica, forse perché è lì a segnare il definitivo passaggio di consegne dell’estate verso le stagioni più fredde, forse perché è vissuta come la stagione dei ricordi. In definitiva, l’autunno è un tempo che crea sospensione.
Eppure, non c’è stagione più ricca dell’autunno, con il suo tiepido sole, i mille profumi della terra, lo spettacolo di colori e luci. Continua a leggere →