Nel mio gironzolare devo ammettere mi capita spesso di finire in zone dismesse, luoghi abbandonati, hotel, fabbriche, centri abitati…forse perché mi incantano nella desolazione, forse perché mi piace andare a ritroso e ricostruire la loro storia, forse perché se sono ancora lì chiedono di esser scoperti.
Questa volta vado a esplorare il vecchio ospedale psichiatrico di Volterra, l’ex manicomio di San Girolamo, in esercizio dal 1888 al 1996, che racconta storie dimenticate, tragiche e anche violente, io l’ho visitato in punta di piedi con macchina fotografica in spalla dietro alla quale ho trovato rifugio nell’osservare ciò che mi accadeva intorno.





Entrare in questo luogo mi ha trascinata in un silenzio mentale surreale. Non ho provato spavento nel visitarlo, piuttosto un’emozione mista di tristezza ed angoscia, per le storie che queste mura raccontano.
Ho scattato molte foto, non come atto di voyerismo ma come mezzo per esorcizzare il disagio in un certo senso, ma soprattutto come vera attività contemplativa, che cura l’anima, mediante la quale entrare in simbiosi con l’ambiente che ci circonda.



Descrivere la penombra, determinare le dimensioni, catturare il rumore dei vetri sotto i piedi, i significati di una scritta sul muro, i colori della natura che si prende cura e invade allo stesso tempo gli edifici abbandonati.
In questo angolo segreto di Volterra, nel cuore della Toscana, ho provato a cogliere l’essenza e la sofferenza dell’impossibilità di vivere una vita.










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Di norma, si sa, per chi ama l’esplorazione urbana (urbex) i luoghi devono rimanere anonimi e non si possono fornire dettagli sulle location, ma il manicomio di Volterra è tra i luoghi forse più conosciuti, oltre che amati, quindi mantenere la segretezza per questa sezione dell’Ospedale di Volterra è assolutamente inutile. In moltissimi conoscono la storia di questi edifici e di questo parco, che versa ora in stato di abbandono.
A livello legale, non sussistono autorizzazioni di sorta per entrare qui, in quanto gli immobili sono recintati ed esistono cancelli e barriere; per farla breve, è severamente vietato l’ingresso, anche per una questione legata alla sicurezza. Chi si avventura fin qui lo fa prima di tutto a suo rischio e pericolo.
La parte più “vecchia” e quindi anche la più interessante è naturalmente quella situata sul “Poggio alle Croci”, in alto rispetto all’ospedale di Volterra.
La macchina lasciatela nel piazzale della chiesa di San Girolamo e il Chiostro delle Monache (oggi un bellissimo ostello!) o nel parcheggio dell’ospedale vero e proprio, per salire a piedi fin sul poggio.

Come la pazzia, in un certo senso elevato, è l’inizio di ogni sapienza, così la schizofrenia è l’inizio di tutte le arti, di ogni fantasia [Hermann Hesse, Il lupo della steppa
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56048 Volterra, Province of Pisa, Italy
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Bbrr…dark and gloomy. Interessante!
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Pingback: EX-MANICOMIO VOLTERRA | oichebelcastello
Bellissime foto!!!
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Grazie Donato! Fa piacere soprattutto quando a dirlo è qualcuno che “apprezza” la fotografia! ciao Paola
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Non ci credooo, me lo son perso quando sono stata a Volterra. Adoro i manicomi, hanno un suo fascino così come i folli di una genialità agghiacchiante.
Buona settimana!
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